“Il coprifuoco alle ore 22 sarebbe è la mazzata definitiva per affossare il settore del turismo. In provincia di Salerno il 60 per cento delle attività di ristorazione, quindi circa 8000 imprese, non possono garantire il servizio all’aperto e le restanti con un meteo sfavorevole non potrebbero comunque assicurare servizi minimi, se non con ulteriori e dispendiosi sacrifici economici che in questo momento potrebbero essere affrontati soltanto dal 5% delle imprese coinvolte”. E’ quanto ha dichiarato il presidente della Confesercenti provinciale di Salerno, Raffaele Esposito, riguardo al nuovo decreto governativo.
“Pensiamo alle imprese confinanti con le aree demaniali marittime – prosegue Esposito -, specie nei luoghi di villeggiatura maggiormente apprezzati, se queste attività di ristorazione volessero garantire dei dehors o delle aree attrezzata il costo di installazione partirebbe, per pochi mq su suolo demaniale, con un carico minimo di canone demaniale, “grazie” ad una misura statale del vecchio dl agosto, di 2500 euro, opportunità o costrizione che molte attività dovranno sostenere, se vogliono “lavorare” con le attuali regole, un peso insostenibile già in un momento ordinario figuriamoci adesso in piena pandemia condita da sfiducia smarrimento e da mancato sostegno a tutti i livelli.
Molti comuni hanno garantito aree pubbliche a costo zero alle proprie imprese, noi diciamo che in questo momento storico nessuno dovrebbe pagare un centesimo in ordine a canoni, addizionali regionali ed occupazioni di suolo pubblico, è questo il modo di affrontare in maniera solidale una vera e drammatica emergenza.
Sono oltre 50.000 gli addetti in provincia di Salerno che rischierebbero di non poter più essere richiamato al lavoro nei pubblici esercizi, un vero e proprio dramma nel dramma per un settore che nel salernitano è quello che muove un notevole fetta della economia reale.
Le riaperture garantire da queste misure – sottolinea il presidente della Confesercenti provinciale di Salerno – rappresentano una vera e propria presa in giro.
Chi decide sulla testa di migliaia di esercenti sono spesso quelle categorie professionali per le quali la pandemia non esiste dal punto di vista economico, e molto spesso in questi 15 mesi si è avvertita la chiara disconnessione con la vita reale e con i problemi quotidiani delle nostre categorie più colpite e vessate, una considerazione amara e reale delle sperequazioni tra chi oggi è sfiduciato, indebitato, preoccupato e chi invece affronta tutto questo con “almeno” la serenità di avere le spalle economiche sicure”.
Abbiamo alzato il tiro, almeno nei toni – prosegue il presidente Esposito -, perché la prossima stagione turistica è determinante per la sopravvivenza di migliaia di piccole imprese ed attività, da questo test, senza prenderci in giro, dipenderanno il benessere o la povertà di intere comunità, di intere famiglie di migliaia di lavoratori.
Siamo scesi recentemente in piazza per scongiurare nuove limitazioni che prima ancora che determinare incertezza e scoramento minano la già flebile fiducia in una vera ripartenza ed a breve organizzeremo con FIEPET Confesercenti una nuova manifestazione di protesta.
Un governo ad oggi incapace di garantire i giusti sostegni, i doverosi controlli, con un piano vaccinale ancora troppo lento se paragonato ad altri stati, senza una vera strategia di ripartenza.
Le imprese sono al collasso è l’unica certezza ai tempi del covid. Chiediamo davvero ed a tutti i livelli amministrativi, un sostegno per i propri concittadini per i propri imprenditori e commercianti che ormai sono allo stremo”.