Dopo il successo del contest promosso nelle scuole, dal titolo “La seconda vita dei rifiuti” e in attesa di presentare il nuovo progetto che quest’anno coinvolgerà anche il mondo dell’associazionismo e del terzo settore, EcoAmbiente ed EdA tornano tra i banchi per portare la propria esperienza e diffondere tra i più giovani la cultura del green. Si parte il 19 novembre con un incontro che vedrà protagonisti circa 260 alunni ed alunne dell’Ic di San Valentino Torio, guidato dal dirigente Aniello Mennella. Gli studenti potranno apprendere tutte le nozioni utili relative al funzionamento dell’impianto di compostaggio e su come la gestione dei rifiuti organici possa contribuire a ridurre lo spreco di cibo e a promuovere la sostenibilità, in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR 2024), che si va dal 16 al 21 novembre. Non a caso, quest’anno, il tema del SERR è proprio quello dello spreco dei rifiuti.
La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) è una campagna internazionale di comunicazione ambientale, volta a promuovere la realizzazione di azioni di sensibilizzazione sulla riduzione dei rifiuti, concentrando nel corso di una sola settimana migliaia di iniziative organizzate da partecipanti da tutta Europa. È una campagna “grassroot“, che parte dal basso e coinvolge una vasta gamma di pubblico e si rivolge praticamente a tutti. I partecipanti sono classificati in cinque categorie: cittadini, imprese, istituti di istruzione, amministrazioni pubbliche e associazioni/ONG. Ogni anno gli stati dell’UE producono oltre 59,2 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, che corrispondono a 132 kg per abitante. Questo dato è ancora più drammatico se si considera che oltre 37 milioni di persone non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni.
A livello globale, un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano viene sprecato. Guardando i dati UNEP, nel 2019 sono stati prodotti circa 931 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, pari al 17% della produzione alimentare globale totale. Ma in quale momento questo cibo diventa un rifiuto?
La grande maggioranza dei rifiuti alimentari viene prodotta nelle famiglie (più della metà dei rifiuti alimentari prodotti), nei servizi di ristorazione (ristoranti, catering) e nella vendita al dettaglio (supermercati, negozi). Promotrice dell’appuntamento è la docente Anna Spada, che da sempre segue i ragazzi indirizzandoli a implementare le proprie competenze e conoscenze in merito a queste tematiche di grande attualità.
Il 22 novembre, invece, circa cento studenti dell’Ic di Bellizzi guidato dalla dirigente Rosaria Papalino, visiteranno il TMB di Battipaglia in compagnia di un pool di esperti e delle insegnanti Annamaria Noschese, Vincenza Tondino, Giovanna D’Ambrosio, Antonietta D’Amato, Emilia Franzese, Angela D’Angelo, Alessio Caracciuolo, Carmela Bevilacqua, Giuseppa Pia Santoro e Barbara Greco.
L’impianto è dedicato al trattamento della frazione indifferenziata dei rifiuti solidi urbani. Il materiale, dopo l’accettazione, viene conferito nella fossa di accumulo. Le operazioni di conferimento e scarico avvengono, all’interno dell’edificio denominato avanfossa, un ambiente chiuso e isolato, allo scopo di ridurre gli impatti connessi con le operazioni di scarico. Il processo parte dall’edificio che ospita la fossa di scarico, da dove il rifiuto viene prelevato tramite carroponte ed avviato alla linea di tritovagliatura. Successivamente, all’interno dell’edificio tritovagliatura/imballaggio, si provvede al trattamento dei rifiuti volto alla separazione della frazione secca dalla frazione organica. La frazione secca viene confezionata in balle per l’avvio a valorizzazione energetica presso il termovalorizzatore di Acerra, mentre la frazione umida tritovagliata (FUT), viene avviata a stabilizzazione aerobica nei due bacini dell’impianto, a valle della quale il materiale viene vagliato e avviato a trattamento o smaltimento presso impianti terzi.
“Crediamo fortemente nell’impatto positivo che le attività di formazione ed educazione ambientale possono generare, soprattutto quando rivolte ai giovani – sottolineano il presidente di EcoAmbiente Nicola Ciancio e il presidente di EdA Giovanni Coscia – Per questo motivo abbiamo deciso di farci promotori di iniziative nelle scuole e di aderire ai progetti che si muovono in questa direzione. Dopo il contest promosso lo scorso anno negli istituti della provincia di Salerno, a cui hanno aderito oltre tremila studenti, a breve annunceremo nuove iniziative per coinvolgere alunne, alunni, docenti e famiglie in un vero e proprio percorso di cittadinanza attiva”.