Ieri mattina, il presidente di EcoAmbiente Spa Nicola Ciancio e i consiglieri di amministrazione Enrico Rocco e Lorenza Scaperrotta, hanno effettuato una visita presso il T.M.B. di Battipaglia. L’incontro, che rappresenta la prima di una serie di tappe che coinvolgeranno tutti gli impianti per il trattamento dei rifiuti urbani ATO, è stato finalizzato alla verifica di una delle strutture che rappresenta il core business aziendale, oltre che un’eccellenza in termini di servizio per il territorio.
Il T.M.B. che è situato nell’area Asi (via Bosco strada provinciale 195) attualmente tratta circa 150mila tonnellate l’anno di rifiuti indifferenziati, al servizio dei 158 comuni della provincia di Salerno e tre dell’Avellinese (Senerchia, Calabritto e Caposele). Il dato più rilevante emerso nel corso del sopralluogo con il responsabile, l’ingegnere Maurizio Buccella, è rappresentato dal fatto che la tariffa applicata (pari a 160,81 euro per tonnellata per il 2024) resta ancora la più competitiva sul mercato regionale (per gli altri impianti pubblici le cifre si attestano sui 200 euro). Questo significa un netto risparmio per le casse comunali e conseguentemente per i cittadini, ed è reso possibile innanzitutto perché il territorio della provincia di Salerno è tra i più virtuosi sul fronte della raccolta differenziata (con una percentuale del 65 per cento) e sia in considerazione di una gestione efficace, trasparente con gare efficienti e un impiego attento del personale. A vantaggio delle tariffe, anche l’assenza di costi sulle cosiddette discariche post mortem.
Il T.M.B. è dunque la dimostrazione che la gestione pubblica degli impianti di trattamento dei rifiuti può essere virtuosa ed efficiente, contenendo i costi per la collettività. “Mentre qui quotidianamente sono impegnate circa 70 persone per garantire all’intero territorio provinciale un servizio di qualità, la governance aziendale, gli uffici amministrativi in collaborazione con l’Ente D’ambito e le istituzioni preposte, sono a lavoro per sviluppare progetti di efficientamento e sviluppo tecnologico che porterà l’impianto a collocarsi quale vero e proprio modello nel panorama industriale. Il nostro obiettivo – continua il Presidente del Cda – è quello di essere un punto di riferimento per la nostra comunità, nell’ottica di una economia circolare che rispetti e valorizzi i principi della transizione ecologica e, naturalmente, della tutela dell’ambiente”.
Le ottime performance finora raggiunte dal T.M.B. di Battipaglia, confermate anche durante l’emergenza dei mesi scorsi legata al fermo del termovalorizzatore di Acerra, hanno conquistato l’attenzione di altri comuni dell’area avellinese e sono in corso contatti per ampliare il bacino d’utenza dell’impianto che, negli anni, ha modificato il suo modello operativo e che oggi, grazie alla Regione Campania, si prepara a un nuovo restyling.
Il funzionamento segue regole molto precise Il materiale viene conferito nella fossa di accumulo. Le operazioni di conferimento e scarico avvengono all’interno dell’edificio denominato avanfossa, un ambiente chiuso e isolato, allo scopo di ridurre gli impatti connessi con le operazioni di scarico. Il rifiuto viene prelevato tramite carroponte e avviato alla linea di tritovagliatura. All’interno dell’edificio tritovagliatura/imballaggio, si provvede al trattamento dei rifiuti volto alla separazione della frazione secca dalla frazione organica. La frazione secca viene confezionata in balle per la valorizzazione energetica, mentre la frazione umida tritovagliata (FUT), viene avviata a stabilizzazione aerobica nei due bacini dell’impianto.
I materiali di risulta trattati sono: una frazione secca del rifiuto urbano; una frazione organica; metalli ferrosi e materiali ingombranti. La frazione secca viene confezionata in balle da utilizzare per la combustione in un forno a griglia. Il risultato sarà la produzione di energia elettrica da immettere nel circuito nazionale. La frazione organica viene raccolta, trattata e trasferita negli appositi impianti dove verrà trasformata in compost o in energia. I metalli, che non dovrebbero essere presenti in una raccolta differenziata precisa, vengono nuovamente immessi nel ciclo produttivo. Per quanto riguarda invece i materiali ingombranti, solo una parte viene destinata al recupero. In particolare metalli o altri materiali riutilizzabili. Lo scarto viene trattato e, successivamente, smaltito. L’impianto è anche una piattaforma per il recupero del vetro. Co.Re.Ve. ha riconosciuto il passaggio dalla fascia E alla C e dunque il corrispettivo per i Comuni che conferiscono è molto più vantaggioso. La linea di tritovagliatura dell’impianto ha una potenzialità massima di trattamento autorizzata di 378.000 tonnellate annue. Inoltre è autorizzato alla messa a riserva di 144.240 t/a di rifiuti differenziati.