“L’acqua in Campania può fare la differenza tra sviluppo e crisi”. È quanto afferma Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente regionale, nel commentare Il piano invasi contro la siccità, presentato ieri all’assemblea nazionale dell’Anbi, associazione nazionale dei consorzi di bonifica. “Abbiamo accolto con interesse – sottolinea Masiello – l’apertura del governatore De Luca ad un progetto regionale per dare vita ad invasi collinari che possano strutturare una rete strategica per l’acqua potabile ed irrigua. Già nel 2017 la Coldiretti Campania aveva avanzato una proposta in tal senso. Purtroppo siamo costretti a fare i conti con i cambiamenti climatici, con l’alternanza di periodi fortemente siccitosi a concentrazioni di precipitazioni in periodi in cui le colture hanno bisogno di sole. Il paradosso è che le forti piogge scivolano via e lasciano solo danni, mentre dovremmo essere in grado di trattenere l’acqua per utilizzarla quando manca. Siamo pronti quindi a contribuire ad un piano della Regione che investa in infrastrutture e tecnologia in grado di mettere in sicurezza l’agricoltura e gli allevamenti”.
Il 2022 si classifica nel primo semestre in Italia come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola con un calo del 45%. L’anomalia climatica più evidente quest’anno si è avuta a giugno che ha fatto registrare una temperatura media superiore di ben +2,88 gradi rispetto alla media su valori vicini al massimo registrato nel 2003, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr che effettua rilevazioni in Italia dal 1800.
A cambiare significativamente in Italia è la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità che è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti. L’Italia resta comunque un paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali – denuncia Coldiretti – se ne trattengono solo l’11%. Noi oggi non possiamo più stare in una situazione dove si evidenziano i problemi legati all’emergenza. Noi abbiamo la necessità di pianificare quelli che sono i bisogni della nostra attività, i bisogni delle realtà che abbiamo saputo costruire come tutto il mondo della bonifica nel nostro paese in termini di programmazione. Per poterlo fare servono anche dei progetti lungimiranti.
Il piano laghetti, presentato da Coldiretti e Anbi, consiste nella realizzazione di migliaia di bacini idrici medio piccoli per la raccolta della risorsa pluviale ad uso plurimo gestiti dai consorzi di bonifica e irrigazione da realizzarsi diffusamente sul territorio nazionale privilegiando il completamento ed il recupero di strutture già presenti in armonia con i territori coniugando sostenibilità ecologica sociale ed economica. Tali infrastrutture potrebbero contribuire al processo di decarbonizzazione del paese attraverso la realizzazione di impianti correlati per la produzione di energia idroelettrica con stazioni di pompaggio o impianti fotovoltaici galleggianti.