«L’approvazione alla Camera della Proposta di legge sull’Agricoltura contadina rappresenta una svolta storica, un provvedimento che definisce una realtà fondamentale del settore, la tutela, la valorizza e ne promuove lo sviluppo e il rilancio. È il risultato di un lungo lavoro svolto in Commissione e che era atteso da molto tempo». Commenta così Anna Bilotti, deputata del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione Agricoltura, il via libera unanime della Camera (con la sola astensione di Fdi) alla legge che, ora, passa al vaglio del Senato.
La legge innanzitutto dà una definizione alle “aziende agricole contadine”. Si tratta di quelle aziende condotte direttamente dal titolare, dai familiari o dai soci di una cooperativa costituita esclusivamente da soci lavoratori. Realtà che praticano modelli produttivi agroecologici, favorendo la biodiversità animale e vegetale, curando il mantenimento delle varietà locali, e che contribuiscono alla tutela e alla conservazione del territorio dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Sono imprese che trasformano le materie prime prodotte nell’azienda, senza avvalersi di processi di lavorazione automatizzati, ma utilizzando metodologie tradizionali, che producono quantità limitate di beni agricoli e alimentari, destinati al consumo immediato e alla vendita diretta ai consumatori finali, svolta in ambito locale. La legge prevede anche l’istituzione di un Registro dell’Agricoltura contadina, di una “Rete italiana delle civiltà e delle tradizioni contadine” presso il Ministero della Cultura e della “Giornata nazionale dedicata alla cultura e alle tradizioni dell’Agricoltura contadina”, prevista per l’11 novembre.
«Come ha ben illustrato il collega Dedalo Pignatone, relatore della Proposta di legge – aggiunge Bilotti – i nostri contadini potranno finalmente avere una legge che li tutela. Teniamo conto che parliamo di una categoria vasta: in Campania il 75% delle attività agricole è rappresentata da “aziende familiari”, ben oltre la media nazionale che è pari al 67% circa. Una categoria che spesso lavora in zone difficili e disagiate, nelle aree interne del nostro territorio e che fa i conti con l’assenza di infrastrutture e con carenze nella viabilità e nei collegamenti. Anche per questo la legge prevede di semplificare e di diversificare gli obblighi e gli adempimenti generalmente previsti. E, aspetto per nulla secondario, come nel caso dell’area salernitana e campana, di agevolare e favorire lo sviluppo rurale puntando sulla passione e sull’entusiasmo delle giovani generazioni, attraverso il recupero dei terreni agricoli abbandonati, in modo da contrastare e prevenire lo spopolamento delle aree interne».