Con la preoccupante diffusione dei contagi è necessario avviare al più presto la campagna di vaccinazione nell’intera filiera agroalimentare per difendere le forniture di cibo e bevande alle famiglie italiane. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Inail sulle 1.227 denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 relative all’industria alimentare con il 60% dei contagi che riguardano il lattiero-caseario, seguito dalla lavorazione delle carni (22%), dalla lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi (11%) e dai prodotti da forno (7%).
Occorre garantire la sicurezza delle forniture alimentari alla popolazione sull’intera rete di oltre un milione di realtà divise tra 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita e 360mila bar, ristoranti e agriturismi per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. Si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che – continua Coldiretti – vale 538 miliardi pari al 25% del Pil nazionale ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale.
Un popolo di eroi del cibo che – sostiene la Coldiretti – non ha mai smesso di lavorare nonostante i rischi del contagio per non far mai mancare i prodotti alimentari sugli scaffali dei negozi e nelle dispense degli italiani, anche attraverso servizi innovativi come la vendita on line e la consegna a domicilio.
Con l’estensione del piano vaccinale alle categorie produttive, annunciato dal commissario per l’Emergenza Covid-19, il Generale Francesco Paolo Figliuolo, occorre inserire la filiera agroalimentare tra quelle prioritarie per proteggere una categoria di lavoratori particolarmente esposta.
Per sostenere questo obiettivo la Coldiretti ha già formalizzato alla Struttura di supporto al Commissario Straordinario all’Emergenza i punti attrezzati disponibili per la vaccinazione dei propri dipendenti e associati su tutto il territorio nazionale.
“Per quanto riguarda la Campania – sottolinea Gennarino Masiello, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Coldiretti – abbiamo offerto la disponibilità sia di nostri uffici dislocati nelle cinque province che di importanti aziende agricole, che dispongono di ampi spazi.”